lunedì 7 maggio 2018

Visitare la Lombardia - Crespi d'Adda

Buongiorno,
sembrerà strano ma da quando mio marito è in pensione ho meno tempo libero, da pantofolaio che era si è trasformato in un curioso viaggiatore ed ogni giorno mi propone mete nuove per gite fuori porta, ovviamente mi fa molto piacere ma il risultato è che mi si accumulano sempre più foto e nozioni ed il tempo per elaborarle è sempre meno.

Però non mi lamento, anzi!
Tra queste uscite mi è molto rimasta impressa quella di sabato scorso al villaggio operaio di Crespi d'Adda, assunto a patrimonio dell'umanità nel 1995 dall'Unesco.

Crespi d'Adda, il villaggio operaio
Fondato dal nulla assieme alla fabbrica in una zona incolta sulla riva bergamasca del fiume Adda da Cristoforo Benigno Crespi nel 1878, questo villaggio secondo la mente illuminata del creatore doveva essere una città ideale per il lavoro dove ai dipendenti veniva messo a disposizione tutto quello che era possibile per contribuire al loro benessere.

Anche i Crespi abitavano nel villaggio in una lussuosa villa un po' discostata, solo nei mesi invernali tornavano a Milano.

Crespi d'Adda. la villa pradronale

Anche il figlio di Cristoforo, Silvio, seguì le orme del padre prendendosi a cuore i suoi di pendenti ed il loro benessere ed apportò molti miglioramenti alla pur già lodevole gestione del padre.

All'inizio Cristoforo aveva fatto costruire 3 condomini per ospitare le famiglie dei lavoratori che così  erano vicini al lavoro senza dover prendere mezzi o camminare ma Silvio fece costruire una serie di villette bifamiliari per migliorare le loro condizioni (ed anche quelle della fabbrica), si era infatti accorto che il contatto ravvicinato con tante persone (si trattava di famiglie numerose) spesso provocava l'insorgere di malattie e quindi anche la vita lavorativa ne risentiva, sistemando le famiglie in villette il contagio diminuiva e poi nelle nuove case c'era molta più aria e sole e quindi più salute ed anche la fabbrica ovviamente ne beneficiava.

Crespi d'Adda, villette operaie
Il villaggio era stato pensato per avere tutto quello che potesse servire alla cura del lavoratore e quindi non potevano mancare il curato ed il medico che con le loro case sopraelevate sovrintendevano alla cura del corpo e dell'anima dei dipendenti.

Crespi d'Adda, le case del medico e del curato
Le villette avevano all'esterno il WC ma per le docce era stato creato un edificio apposito, una sorta di spa romana finemente decorata.

Crespi d'Adda, le docce
Per agevolare le donne (che tra l'altro erano le lavoratrici più numerose nella fabbrica) Crespi aveva anche costruito dei lavatoi coperti in modo che non dovessero più andare all'Adda per lavare i panni.

Crespi d'Adda, i lavatori
Le scuole per i figli dei dipendenti erano gratuite, si studiava fino alla 3a elementare e poi si andava a lavorare, chi era particolarmente meritevole guadagnava una borsa di studio per proseguire l'istruzione, nella fabbrica servivano anche i dirigenti e quei bambini meritevoli avevano una chance di diventarlo.

Non mancava neppure l'ospedale con tanto di reparto di degenza e la caserma dei pompieri.

Proseguendo lungo la strada si notano delle case più grandi e diverse, sono quelle dei capireparto per prime e poi quelle dei dirigenti.

Crespi d'Adda, case dei capireparto

Crespi d'Adda, case dei dirigenti

Crespi d'Adda, case dei dirigenti
Alla fine del viale si trova il cimitero dove una grossa costruzione a forma di piramide sudamericana domina sopra il resto, è la tomba privata della famiglia, ai piedi tante lapidi uguali per i dipendenti ed i famigliari, uniti al datore di lavoro nella vita e nella morte.
Crespi d'Adda, il cimitero


Ovviamente la fabbrica è il fulcro del villaggio, una serie di capannoni uguali e finemente decorati, la decorazione non aveva nessun fine tecnico, solo estetico perché il bello ti porta ad andare più volentieri in un posto quindi gli operai andavano più volentieri a lavorare.

Crespi d'Adda, la fabbrica
La famiglia Crespi aveva un'attività fiorente con commerci in diverse parti del mondo, soprattutto negli Stati Uniti ma purtroppo con la crisi degli anni '20 anche loro ne risentirono e dovettero chiudere l'attività che passò a tempi alterni di mano in mano fino a chiudere definitivamente nel 2003, nella foto sottostante è ancora congelato nell'orologio l'ora dell'ultimo fischio di fine turno (davvero triste).

Crespi d'adda, la fabbrica
Una storia davvero importante di una famiglia illuminata che aveva a cuore il benessere dei suoi dipendenti anche perché se loro stavano bene, rendevano meglio e la società ne giovava.

Silvio Crespi era anche un avvocato ed un parlamentare ed ha fatto tante battaglie per migliorare la condizione degli operai, ha anche introdotto il permesso per maternità.

Sembra impossibile che stiamo parlando di più di 200 anni fa, leggendo i giornali e guardandosi attorno sembra che ai giorni nostri siamo tornati alla preistoria.

Spero vi sia piaciuto, se volete andarci vi consiglio le visite guidate che si prenotano in loco vicino alla chiesa.

Ciao, alla prossima

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