continua il viaggio nei luoghi abbandonati che abbiamo incontrato in giro per il mondo, è questo infatti il tema mensile che Clara ha scelto per #sensomieiviaggi e continua anche la storia di Anna e Renzo che abbiamo conosciuto come freschi sposini in una Napoli devastata dalla guerra.
DACHAU, 29 Aprile 1945
Renzo sta male, non ce la fa più, la fatica e gli stenti hanno minato il suo fisico forte, non è più lo stesso uomo che è arrivato qui quasi due anni fa.
Ricorda quel giorno quando i tedeschi lo hanno catturato, era il 29 Settembre, neppure 10 giorni dopo il suo matrimonio.
Come tanti altri giovani Renzo si era unito al movimento di insurrezione contro l'occupazione nazista, tutto si è svolto in una manciata di giorni che saranno poi ricordati come i "Quattro giorni di Napoli".
Anna non voleva che andasse, lo pregava e lo scongiurava di stare accanto a lei ma lui sentiva che era suo dovere combattere l'invasore se voleva che un giorno lui ed i suoi figli potessero vivere alla luce del sole.
Renzo salutò Anna con un bacio e raggiunse gli altri ribelli che cercavano di fronteggiare le truppe tedesche ma queste attaccarono con i carri armati, uccisero molti suoi compagni e lo catturarono assieme ad altri.
Venne stipato su un camion assieme a tante altre persone e portato a Dachau.
Renzo si riscuote dai ricordi e torna al presente, deve fare in fretta, deve andare alla Piazza dell'Appello, è arrivato l'ordine di radunare tutti i prigionieri.
Raccoglie tutto il suo coraggio e le poche forze che ancora gli rimangono, non sa quando e se mai finirà questo incubo, non sa se vedrà mai più la sua Anna, è solo per la speranza di riabbracciarla che si fa forza e va avanti.
Quanti dei suoi compagni di sventura che sono diventati suoi amici in questi 2 lunghi anni non ce l'hanno fatta, li ha visti morire davanti ai suoi occhi, per quanto tempo potrà ancora resistere?
Ma ecco che all'improvviso si sentono delle cannonate molto vicine, una torretta cade e nel muro si apre una breccia da cui entra un carrarmato.
Nella confusione più totale una voce avvisa i prigionieri in diverse lingue di andare a rifugiarsi nelle baracche e Renzo vi corre assieme agli altri.
E poi finalmente tutto è finito, sono stati liberati, un grido esplode nell'aria, più di 32.000 persone urlano la loro gioia ed allora Renzo fa quello che non ha mai fatto in questi 2 anni, piange.
FINE
Anche questa storia è stata inventata e sicuramente ci saranno imprecisioni, me ne scuso fin da ora ma mi serviva per parlare di questo luogo che ho visto nel 2006 e di cui ho parlato anche in un articolo di qualche tempo fa.
Se c'è un luogo che sono contenta sia stato abbandonato sicuramente è questo, un luogo costruito dalla follia dell'uomo dove tante persone hanno sofferto e sono morte in nome di un'ideologia esaltata.
Visitando questi posti che ora sono puliti ed ordinati quasi sembra incredibile che lì dentro sia passato tanto dolore, si dovrebbe sentirlo ancora nell'aria ed invece è tutto attenuato come se fosse stato deposto un velo a coprire questa disperazione che ancora dovrebbe galleggiare nell'aria, forse le persone che qui sono morte hanno trovato la pace ed allora il dolore che grondava da questi muri si è pian piano asciugato.
Posti simili sarebbero dovuti essere completamente cancellati dalla faccia della terra dopo essere stati abbandonati ma non sarebbe stato giusto perché devono restare a monito di quanto lontano ci può portare la follia umana, devono restare perché non possiamo permetterci di dimenticare, dobbiamo sempre essere attenti e vigili perché questo non succeda mai più.
Forgive, not forget.
Grazie di cuore Norma per averci fatto riflettere su un dramma così terribile e su luoghi che, come dici tu, dovrebbero essere cancellati dalla faccia della terra ma che invece devono restare come monito.
RispondiEliminaOgni volta che ci penso non riesco a capacitarmi che l'uomo possa fare cose simili. L'orrore, la follia ....
In questo periodo di Natale in cui sembra si debba essere buoni per forza (e a volte suona molto falso), cerchiamo di esserlo veramente!
Un forte abbraccio Maria
vabbeh ho quasi pianto. non ho mai visitato un campo di concentramento, non so se riuscirei nemmeno ad entrare. grazie ancora anche per questo terzo post! un abbraccio ciao Clara
RispondiEliminaBello e toccante questo tuo post, mentre lo leggevo riaffioravano le immagini dei campi di Oswiecim e Birkenau, non penso di aver mai visto in vita mia un luogo più doloroso e straziante.
RispondiEliminaQuesti luoghi, che non dovevano assolutamente nascere, debbono però essere preservati, a testimonianza della follia umana, a monito per il futuro e per evitare che tutto quanto consumato li non si ripeta mai più.
La foto dell'insegna mette i brividi. Il tuo post mi ha ricordato il senso di oppressione e di incredulità che si prova a visitare i campi di concentramento, giusto monito a non ripetere più tale follia, anche se tante vicende attuali ci dicono che la crudeltà umana non è finita.
RispondiEliminaciao
RispondiEliminaun post che mette i brividi. Mai dimenticare questi orrori,
Ciao Norma, già solo l'insegna di quel posto mette terribili brividi.
RispondiEliminaBello questo post, hai trattato questo difficile tema in modo molto delicato.
Buon we. =)
Dani
un posto da non dimenticare mai!
RispondiEliminaGrazie a tutte, è stato molto difficile creare questa storia cercando di rispettare i fatti reali ma volevo uno spunto per parlare di questo luogo che deve restare a monito per sempre
RispondiEliminaCiao