torna il tema mensile per il Senso dei Miei Viaggi, questa volta è toccato a Clara scegliere l'argomento ed ne ha scelto uno molto affascinante, i luoghi abbandonati incontrati nei nostri viaggi.
Indubbiamente un argomento molto interessante perché ogni luogo abbandonato parla alla nostra fantasia ed allora ci immaginiamo le persone che lì sono vissute, hanno amato e sofferto, le cause che hanno portato a questo abbandono, forse una guerra, un disastro naturale o un allontanamento volontario.
Tutto è avvolto nel mistero e nel silenzio che può essere di secoli o solo di anni e qui si respira l'essenza di quelli che sono passati ma che forse non se ne sono mai andati completamente e sono qui a raccontarci la loro storia.
NECROPOLI DI GIZA, 2570 a.C.
Natshamenes guarda soddisfatto la grande piramide, ormai la sua costruzione è quasi terminata.
Gli operai stanno ancora lavorando, è quasi sera ma il lavoro non si ferma e lui continua ad incitare i lavoranti ma nello stesso tempo si guarda attorno orgoglioso, è anche merito suo se la piramide è stata costruita, lui che come capo mastro ha diretto i lavori giorno dopo giorno per 20 lunghi anni.
E' così bella la piramide, sembra brillare sotto i raggi del sole che le accarezzano i fianchi e si riflettono sulle bianche pietre, quando sarà finita e si sarà posto anche il pyramidion d'oro sulla sua sommità la potranno vedere da chilometri e chilometri di distanza.
Ma Natshamenes è anche preoccupato, quando il lavoro sarà finito cosa farà?
Ha dedicato 20 anni della sua vita a questa costruzione, ormai è anziano non se la sente di lavorare ancora tutto il giorno sotto il sole, solo alla sera dopo un rapido pasto si può ritirare per andare a dormire nell'alloggio a lui assegnato e riposarsi un po' per ricominciare ancora l'indomani mattina appena fa chiaro.
E poi comincia a sentire la solitudine, sono anni che non vede sua moglie, chissà come sarà diventata.
Ed i suoi figli?
Saranno ormai degli uomini, si saranno sposati e magari avrà anche dei nipotini, se li vede già trotterellare intorno ridendo.
A questi pensieri gli si scalda il cuore e sì, non vede l'ora che questo lavoro finisca per tornare a casa, ma sa che tornerà in questi luoghi, rifarà un'altra volta quel viaggio da casa sua a qui ma sarà l'ultimo viaggio perché qui c'è la sua ultima dimora, una piccola piramide dove sono sepolti tutti i capomastri che hanno lavorato alla costruzione delle piramidi dei faraoni.
Natshamenes però non ci vuole pensare, adesso conta solo tornare dalla sua famiglia e sperare di passare tanti anni assieme ai suoi cari e con questo calore nel cuore si appresta a finire la giornata.
Ovviamente Natshamenes è un nome di fantasia e pure la routine quotidiana così raccontata è inventata, non so come si svolgesse la vita a quei tempi, so solo che gli operai ed i capomastri avevano alloggi a loro riservati ed i capomastri avevano anche uno spazio riservato per l'eternità in una piccola piramide.
Ma ogni luogo abbandonato racconta una storia e questa è quella che ho sentito io quel giorno di 16 anni fa sulla piana di Giza e ve l'ho voluta raccontare.
NECROPOLI DI GIZA, 2570 a.C.
Le piramidi di Giza |
Gli operai stanno ancora lavorando, è quasi sera ma il lavoro non si ferma e lui continua ad incitare i lavoranti ma nello stesso tempo si guarda attorno orgoglioso, è anche merito suo se la piramide è stata costruita, lui che come capo mastro ha diretto i lavori giorno dopo giorno per 20 lunghi anni.
Khufu può essere contento, la sua dimora è ormai pronta, tutto è finito, la camera della regina e quella del re con le 4 camere delle saracinesche, manca solo parte della copertura, domani arriva l'ultima partita di pietre di calcare bianche per il rivestimento esterno, si appunta in mente che deve farle lucidare ed incidere.
E' così bella la piramide, sembra brillare sotto i raggi del sole che le accarezzano i fianchi e si riflettono sulle bianche pietre, quando sarà finita e si sarà posto anche il pyramidion d'oro sulla sua sommità la potranno vedere da chilometri e chilometri di distanza.
Ma Natshamenes è anche preoccupato, quando il lavoro sarà finito cosa farà?
Ha dedicato 20 anni della sua vita a questa costruzione, ormai è anziano non se la sente di lavorare ancora tutto il giorno sotto il sole, solo alla sera dopo un rapido pasto si può ritirare per andare a dormire nell'alloggio a lui assegnato e riposarsi un po' per ricominciare ancora l'indomani mattina appena fa chiaro.
E poi comincia a sentire la solitudine, sono anni che non vede sua moglie, chissà come sarà diventata.
Ed i suoi figli?
Saranno ormai degli uomini, si saranno sposati e magari avrà anche dei nipotini, se li vede già trotterellare intorno ridendo.
A questi pensieri gli si scalda il cuore e sì, non vede l'ora che questo lavoro finisca per tornare a casa, ma sa che tornerà in questi luoghi, rifarà un'altra volta quel viaggio da casa sua a qui ma sarà l'ultimo viaggio perché qui c'è la sua ultima dimora, una piccola piramide dove sono sepolti tutti i capomastri che hanno lavorato alla costruzione delle piramidi dei faraoni.
Natshamenes però non ci vuole pensare, adesso conta solo tornare dalla sua famiglia e sperare di passare tanti anni assieme ai suoi cari e con questo calore nel cuore si appresta a finire la giornata.
FINE
Perché ho voluto raccontare questa storia?Ovviamente Natshamenes è un nome di fantasia e pure la routine quotidiana così raccontata è inventata, non so come si svolgesse la vita a quei tempi, so solo che gli operai ed i capomastri avevano alloggi a loro riservati ed i capomastri avevano anche uno spazio riservato per l'eternità in una piccola piramide.
Ma ogni luogo abbandonato racconta una storia e questa è quella che ho sentito io quel giorno di 16 anni fa sulla piana di Giza e ve l'ho voluta raccontare.
Le pietre parlano, raccontano di fatica, di sudore e di dolore, di potere di re e regine che da lì sono passati ma lì non si sono fermati, hanno abbandonato la valle dopo aver trovato riposo per centinaia di anni, nessuno sa dove sono andati, forse si sono dispersi nel deserto dopo che i predoni hanno derubato le loro tombe e trafugato i loro tesori.
Niente delle loro vite è rimasto qua, solo pietre a testimonianza di un passato glorioso sul quale il tempo ha passato una grande spugna per cancellarlo ma non ci è riuscito perché su quelle pietre è stata scritta la storia di queste persone lasciandocela in eredità.
Questo è il primo dei 3 post che pubblicherò per il tema di questo mese, infatti visto come l'ho impostato un solo articolo sarebbe stato troppo lungo ed avrebbe rischiato di annoiare.
Stay tuned ...
Ciao, alla prossima
Questo è il primo dei 3 post che pubblicherò per il tema di questo mese, infatti visto come l'ho impostato un solo articolo sarebbe stato troppo lungo ed avrebbe rischiato di annoiare.
Stay tuned ...
Ciao, alla prossima
Ciao Norma, è vero sembra proprio l'inizio di un libro storico! Allora aspettiamo gli altri due capitoli...:-)
RispondiEliminaNon sono proprio portata per scrivere libri, comunque grazie
EliminaCiao
Mi piace come hai raccontato questa foto!! Sembrava di leggere un libro
RispondiEliminaCome dicevo, non mi metterei mai a scrivere un libro ma sono felice che ti sia piaciuto
EliminaCiao
Non avevo mai riflettuto su quanto siano costate in termini d'umanità, ero troppo affascinata dalla loro bellezza e dalla loro immensità. Grazie per avermi regalato questa chiave di lettura!
RispondiEliminaIn effetti ti lasciano senza fiato per la loro bellezza, tanto che non si pensa al resto.
EliminaCiao