lunedì 30 settembre 2013

#sensomieiviaggi - La creatività dei miei viaggi

Anche questo mese Monica di Viaggi e Baci ha lanciato la sua sfida, il mese scorso il tema erano i suoni, non dovevamo raccontare i nostri viaggi solo attraverso le fotografie, dovevamo chiudere gli occhi e rivivere la nostra vacanza attraverso i suoni, con l'udito, un senso poco utilizzato, ma che se educato ed affinato ci dà grandi emozioni.

Questo mese il tema è diverso forse più impegnativo, è la creatività, cioè come un viaggio risveglia  la nostra anima artistica, come traduciamo quello che abbiamo visto e che ci ha colpito lo spirito ed i sensi in qualcosa che esce dalla nostra mente ed attraverso le nostre mani prolunga all'infinito il piacere della vacanza appena trascorsa.

Ed ecco cosa è stata per me una vacanza a Barcellona.

Era l'estate dell'anno scorso e, come se fossi stata attirata da una calamita, sono tornata al Palau della Musica Catalana, bellissimo edificio simbolo del Modernismo catalano dove vetri smaltati e cristalli rapiscono il visitatore ed assieme alla musica che sta ascoltando lo portano in un mondo diverso, fatto solo di bellezza e di pace, un mondo dove le brutture della vita quotidiana sono chiuse fuori da quei portoni decorati, dove esiste solo il presente che stai vivendo, dove il passato non ha più importanza ed il futuro appare troppo lontano per turbarci.


Un mondo sospeso dove l'eleganza delle forme trasforma la tua vita, dove ti accorgi che l'aspetto esteriore non ha più importanza, dove la bellezza che ti circonda ti stringe nel suo abbraccio facendoti sentire parte integrante, facendoti sentire bella.

Ma purtroppo questa sensazione dura solo una manciata di attimi, il tempo trascorso ad ascoltare questa musica dolce e triste che la chitarra spagnola sa strappare alle sue corde e poi si ripiomba nella realtà, si torna con i piedi per terra ed una grande nostalgia nel cuore.

Ed allora cosa fare per prolungare questa meravigliosa sensazione?
Semplice, portarsi via un pezzetto di questo incanto, un pezzetto di questo sole che dai vetri del lucernario illumina con la sua  luce dorata il mondo sottostante.

Ma dato che non è materialmente possibile non mi resta che riprodurlo ma come sono capace di fare io, dipinto su ceramica, il mio sole  personale che illuminerà sempre le mie giornate anche quando fuori sarà scuro.

E così devo prendere appunti, devo vedere come è fatto, devo memorizzarlo per copiarlo il più simile possibile anche se non è certo un'impresa facile, il disegno è complesso e la tecnica di pittura su ceramica non è la più adatta, rende al meglio quando ci sono disegni sfumati non colori e contorni netti come in questa vetrata ma ci voglio provare.

E quindi cerco di prendere più foto possibili, purtroppo sono venuta solo col cellulare e non con la macchina fotografica e quindi la qualità non è delle migliori.
Sapevo che non era possibile fare fotografie, durante la visita guidata fatta in precedenza abbiamo dovuto farle di nascosto mentre a quanto pare nei concerti non c'è questo divieto.

Nell'era del digitale i miei ricordi di viaggio non li scrivo più su carta ma uso la macchina fotografica.
Per tanti anni sono andata in vacanza con un quadernetto in cui, sera per sera, scrivevo il diario della giornata ed a fine vacanza, con le foto fresche di stampa, componevo gli album dei ricordi.
Oggi trovo più immediato scattare una foto, anzi, tante foto che rappresentano il soggetto scelto in generale e nei particolari.
Le fotografie sono la mia memoria.

E con queste foto in mano ho provato a trasportare su un vaso in ceramica la parte centrale del lucernario, il sole con i suoi raggi dorati.
E' stato un lavoro da certosino, pennello e pennino, dipingi e cancella, una riga troppo spessa ed una troppo debole, correggi e ricorreggi ma poi vai avanti.

Ed ecco il risultato ottenuto fino ad adesso, non sono ancora soddisfatta, un raggio è storto ed è da cancellare, per questo non l'ho ancora finito, prima di cuocerlo devo apportare le ultime correzioni.
E' un po' che sta dormendo in una scatola al riparo dalla polvere e scrivendo questo articolo mi è venuta voglia di finirlo, di mettere in bella vista il mio "Sole personale".



E, sempre sull'onda dei ricordi, ho voluto regalare a questo ciondolo in ceramica un po' di importanza dipingendo, con licenza poetica (libera interpretazione viste le dimensioni ridotte del supporto) qualche raggio di sole ispirato alla vetrata.


Mi è piaciuto scrivere questo post perché mi ha permesso di focalizzare un concetto che ho sempre dato per scontato :

Fai tuo ogni viaggio riportandoti nella vita di tutti i giorni il frammento di un ricordo.

Ciao

12 commenti:

  1. Sei bravissima! Le tue ceramiche dipinte sono veramente solari!

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    1. Grazie, adoro il sole e lo riprodurrei ovunque
      Ciao

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  2. Normaaaaaa , ma tu hai delle mani magiche ... e chi l'avrebbe mai detto di avere risultati di questo tipo per questo tema assai difficile?!?!
    Sei grande, davvero! Che altro dire?!?!?

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  3. Wow! Che bellezza. Devi assolutamente finire il vaso perchè è splendido. Mi piace anche il modo in cui hai descritto il luogo e le sensazioni.

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    1. Grazie, lo finirò al più presto, me ne ero dimenticata ....
      Ciao

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  4. che brava!!
    io son stata 3 volte a barcellona e per svariati motivi non son mai entrata nel palau de la mùsica: cosa mi son persa!!!

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    1. Merita davvero, non lasciartelo sfuggire se ci ritorni.
      Ciao

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  5. Il raggio storto del tuo bellissimo "sole personale" secondo me, e spero che tu possa perdonare la mia presunzione, non è da cancellare, ma una bellissima personalizzazione, è perfetto cosi com'è, grande donna!

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  6. Senza leggere, guardando la foto del vaso, ho subito pensato a Barcellona! Non è uguale, ma a me ricorda ugualmente Gaudì! Bello!

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    1. Grazie, se te lo ha ricordato vuol dire che qualcosa in fondo cìè.
      Ciao

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